Era il 25 giugno 1999 quando il cuore del Re del Pop si fermò. Thriller, Bad, Dangerous, ecco gli album che l’hanno reso immortale. Dai The Jackson 5 al successo mondiale di Mister Moonwalk.
Michael Jackson nacque a Gary il 29 agosto del 1958 e, grazie alle sue movenze sul palco e alla sua passione sfrenata e folle per la musica, viene ricordato come il re del pop. Ritenuto uno degli artisti di maggiore influenza e il più grande intrattenitore di tutti i tempi, realizzò l’album più venduto di sempre con oltre 100 milioni di copie dal nome “Thriller”. I suoi familiari descrivevano Michael come un ragazzo introverso e timido, ma anche brillante e determinato ad esprimere se stesso attraverso la musica. Fin dagli esordi con i Jackson 5, il padre Joe, certo dello straordinario talento dei ragazzi, li costringeva ad esercitarsi giorno e notte utilizzando talvolta anche metodi violenti. Michael aveva solo sei anni quando si unì per la prima volta al gruppo, ma Joe subito capì la stoffa da frontman del ragazzo. Inizio del successo di Michael Jackson fu il famosissimo evento di Motown 25 in cui l’artista si esibì insieme ai suoi fratelli e come solista. Dalla testimonianza del famoso giornalista Christopher Smith, presente in sala, il pubblico era estasiato alla sola vista dello stravagante artista, in quanto non fu tanto il fascino della canzone a scatenare gli animi del pubblico, bensì la memorabile performance di Jackson: sebbene fin da bambino avesse palesato una spiccata passione per il ballo, quella sera stupì tutti i suoi fans sfoggiando alcuni dei suoi passi più famosi tra cui il celebre Moonwalk. Circa un anno dopo questo fantastico evento le persone cominciarono a notare uno schiarimento graduale della sua pelle, inizialmente fu criticato aspramente perché sembrava voler negare le sue origini afroamericane, ma qualche anno dopo, la testimonianza del suo medico personale affermò che il cantante aveva due malattie cutanee autoimmuni e quindi era stato costretto a schiarirsi la pelle. Tuttavia la tesi del diniego della black music e delle sue origini è tuttora accreditata tra alcuni critici.
(DAL WEB)
Michael Jackson si esibisce in Wanna Be Startin’ Somethin’ a Vienna, il 2 giugno 1988.
I Jackson 5 il 16 dicembre 1969, durante il The Ed Sullivan Show. Dall’alto a sinistra: Tito, Jermaine, Jackie, Marlon e al centro, Michael.
La tomba di Michael Jackson presso il Forest Lawn Memorial Park di Los Angeles.
Il 29 agosto 2009, data in cui Michael Jackson avrebbe compiuto 51 anni, un gruppo di circa 14.000 fans si è radunato a Città del Messico per ballare la storica coreografia di Thriller, dando così vita al più grande flash mob della storia.
1 luglio: una data che rimarrà scolpita nella storia della musica pop internazionale. Una notte indimenticabile che a Rimini avrà uno spinoff unico e inimitabile con il concerto di Vasco Rossi a Modena per il tributo ai suoi 40 anni di attività artistica, trasmesso in diretta da vari maxi schermi sulla spiaggia della Summer Beach Arena a Rimini. Sull’ampio tratto di spiaggia libera accanto al porto canale, già dal tardo pomeriggio si potrà vivere l’attesa del concerto fino al collegamento video in diretta con Modena Park, con il privilegio poi di continuare a tener viva l’emozione in uno scenario incantevole in riva al mare.
In occasione dell’evento, sarà modificata la viabilità, con la chiusura al traffico e il
divieto di sosta sulle strade interessate o in prossimità della zona della manifestazione,
come da ordinanza comunale. In particolare dalle ore 7 di sabato 1 luglio alle ore 10 di
domenica 2 luglio, il Lungomare Tintori, da via Beccadelli al porto, parte di via Colombo
e la via Destra del Porto, dalla via Baldini a Piazzale Boscovich, saranno completamente
Respiri piano per non far rumore
ti addormenti di sera
e ti risvegli con il sole
sei chiara come un’alba
sei fresca come l’aria.
Diventi rossa se qualcuno ti guarda
e sei fantastica quando sei assorta
nei tuoi problemi
nei tuoi pensieri.
Ti vesti svogliatamente
non metti mai niente
che possa attirare attenzione
un particolare
solo per farti guardare.
Respiri piano per non far rumore
ti addormenti di sera
e ti risvegli con il sole
sei chiara come un’alba
sei fresca come l’aria.
Diventi rossa se qualcuno ti guarda
e sei fantastica quando sei assorta
nei tuoi problemi
nei tuoi pensieri.
Ti vesti svogliatamente
non metti mai niente
che possa attirare attenzione
un particolare
per farti guardare.
E con la faccia pulita
cammini per strada
mangiando una mela
coi libri di scuola
ti piace studiare
non te ne devi vergognare.
E quando guardi con quegli occhi grandi
forse un po’ troppo sinceri, sinceri
si vede quello che pensi,
quello che sogni….
Qualche volta fai pensieri strani
con una mano, una mano, ti sfiori,
tu sola dentro la stanza
e tutto il mondo fuori.
English: Domenico Modugno at the 1958 Eurovision Song Contest in Hilversum Nederlands: Domenico Modugno
NEL BLU DIPINTO DI BLU
Penso che un sogno così
non ritorni mai più,
mi dipingevo le mani
e la faccia di blu,
poi d’improvviso venivo
dal vento rapito,
e incominciavo a volare
nel cielo infinito.
Volare oh oh
cantare oh oh oh,
nel blu dipinto di blu,
felice di stare lassù,
e volavo volavo
felice più in alto del sole
ed ancora più sù,
mentre il mondo
pian piano spariva laggiù,
una musica dolce suonava
soltanto per me.
Volare oh oh
cantare oh oh oh
nel blu dipinto di blu
felice di stare lassù.
Ma tutti i sogni
nell’alba svaniscon perchè,
quando tramonta la luna
li porta con se,
ma io continuo a sognare
negl’occhi tuoi belli,
che sono blu come un cielo
trapunto di stelle.
Volare oh oh
cantare oh oh oh,
nel blu degl’occhi tuoi blu,
felice di stare qua giù,
e continuo a volare felice
più in alto del sole
ed ancora più su,
mentre il mondo
pian piano scompare
negl’occhi tuoi blu,
la tua voce è una musica
dolce che suona per me.
Volare oh oh
cantare oh oh oh
nel blu degl’occhi tuoi blu,
felice di stare qua giù,
nel blu degl’occhi tuoi blu,
felice di stare qua giù
con te.. articoli correlati:SU:
L’Arena di Verona anche con la pioggia incessante è uno spettacolo illuminante, Gianni Morandi in forma come non mai, è stato il protagonista assoluto: come un leone si è buttato tra i suoi fans cantando pezzi vecchi e nuovi con la grinta che da sempre lo contraddistingue da decenni, un palcoscenico illuminato che sembrava un’astronave in collisione con la terra, gli orchestrali coinvolti hanno spiccato per la loro bravura nonostante la giovane età, ma un mattatore così è raro da vedere oggi nel panorama musicale moderno.
Gli ospiti si sono esibiti dando il meglio del loro repertorio saggiamente diretti da uno stuolo di autori d’eccellenza conclamata: Rosario Fiorello, Raffaella Carrà, Ennio Morricone, Amii Stewart ( Tra la folla un canto d’Angelo nero ) si sono esibiti con un Gianni Morandi scatenato ed emozionato a tal punto da farsi scappare parolacce fuori programma, ma si sa con l’adrenalina all’apice il controllo sparisce. Cosa ci aspetta stasera?
Il Bang Bang! Comunque bravo Gianni Morandi, bravo come sempre.@
Dire si dire mai
non è facile sai
se tutti quanti siamo in orbita nella follia
io non so più chi sei
non mi importa chi sei
mi basta perdere l’incanto di una nostalgia
ma vedrai un altro me in un sogno fragile
riderai come se
non ti avessi amato mai
cercherai un altro me
oltre all’ombra di un caffè
troverai solo me
se mi fermo un attimo io non so più chi sei
qui si vive così
day by day
night by night
e intanto il mondo si distoglie dalla sua poesia
non dipingermi mai non costringermi mai
abbandoniamoci alla soglia della mia pazzia
e vedrai un altro me disarmato fragile
perchè quello che sei
non lo cambierei mai
neanche se fossi tu
come il tempo a correr via
ma rimani con me
non mi perdo neanche un solo attimo di te
e vedrai un’altra te
quasi invincibile
viva come non mai
ed è li che tu mi avrai
oltre false magie l’orizzonte sarai
splenderai
splenderai
splenderai
splenderai
Johann Sebastian Bach è stato un compositore, organista, clavicembalista e maestro di coro tedesco del periodo barocco, di fede luterana, universalmente considerato uno dei più grandi geni nella storia della musica.
Nato il 31 marzo 1685, Eisenach
Morto il 28 luglio 1750, Lipsia
Manoscritto originale de Il clavicembalo ben temperato.
Johann Sebastian Bach und Familie in Weimar / Johannes Sebastian Bach and family in Weimar
Autograph of the first page of the Johannespassion by Johann Sebastian Bach. Français : Premier page de la Passion selon saint Jean de Johann Sebastian Bach.
No. Io sono un uomo di cultura.
Io con quelli lì non ci vado, sono testacchioni.
Sì, forse l’impostazione è anche giusta, ma ci sono troppe cose
Certo che il mondo va male, vuoi che non lo veda?
Sono più a sinistra di loro, io.
È che loro sono ingenui, ignoranti, non hanno dubbi.
Mentre io, io sono un problematico e prima di prendere una decisione
Gli intellettuali sono razionali
lucidi, imparziali, sempre concettuali
sono esistenziali, molto sostanziali
sovrastrutturali e decisionali.
(Parlato) Poi dicono, gli intellettuali.
È chiaro, siamo su un altro livello.
Loro vanno lì, si picchiano coi fascisti, con la polizia.
Cosa risolvono? Non scavano, sono grossolani.
Io sono anche magro. Diffido della gente robusta.
Gli operai. No, intendiamoci, io sono più a sinistra di loro.
È che tanto non si può far niente. Toh! Un po’ di vento.
E questa foglia che mi batte su un occhio…
Agire, dicono, bisogna agire. Che fastidio, questa foglia…
Bisogna vedere come si agisce e se si può agire.
Intanto batte, eh… Cosa posso fare?
Niente, non c’è niente da fare.
Gli intellettuali fanno riflessioni
considerazioni piene di allusioni
allitterazioni, psicoconnessioni
elucubrazioni, autodecisioni.
(Parlato) Che fastidio, questa foglia.
Batte sempre più forte.
Cosa posso fare?… Niente, non c’è niente da fare.
Va a finire che perdo l’occhio.
Occhi da orientale che raccontano emozioni sguardo limpido di aprile di dolcissime illusioni tutto scritto su di un viso che non riesce ad imparare come chiudere fra i denti almeno il suo dolore Più di cinquecento notti già mi sono innamorato di una bocca appena aperta di un respiro senza fiato se potesse questo buio cancellare l’universo forse ti potrei guardare e non sentirmi così perso
ma tu dormi ancora un po’ non svegliarti ancora no ho paura di sfiorarti e rovinare tutto no, tu dormi ancora un po’ ancora non so guardarti anch’io nel modo giusto nei tuoi occhi disarmanti
sono occhi di ambra lucida tra palpebre di viole sguardo limpido d’aprile come quando esce il sole ed io sarò la nuvola che ti terrà nascosta perché gli altri non si accorgano di averti persa
ma tu dormi ancora un po’ non svegliarti ancora no ho paura di sfiorarti e rovinare tutto no, tu dormi ancora un po’ ancora non so guardarti anch’io nel modo giusto
nei tuoi occhi innocenti disarmanti devastanti quei tuoi occhi che ho davanti tienili chiusi ancora pochi istanti
occhi da orientale che raccontano emozioni ed io cos’altro posso fare io posso scrivere canzoni i tuoi occhi…
se potesse questa musica annullare l’universo forse ti potrei guardare e non sentirmi perso nei tuoi occhi… disperso… nei tuoi occhi.
English: Paul McCartney, George Harrison and John Lennon during a Beatles performance for Dutch television Nederlands: Paul McCartney, George Harrison and John Lennon tijdens een Beatlesoptreden voor de Nederlandse televisie. Hrvatski: Paul McCartney, George Harrison i John Lennon tijekom Beatles performansa za nizozemsku televiziju.
English: Photograph of The Beatles as they arrive in New York City in 1964 Français : Photographie de The Beatles, lors de leur arrivée à New York City en 1964 Italiano: Fotografia dei Beatles al loro arrivo a New York City nel 1964
Don’t Let Me Down (The Beatles song)
English: Screenshot of The Beatles from the U.S. trailer for the film Help!
In un giorno qualunque a Milano io e te il rumore della pioggia ci faceva stringere In un giorno qualunque me l’avevi promesso io ci avevo creduto e ci credo anche adesso
Era un giorno qualunque era un giorno diverso quando ti ho conosciuto davvero quando forse ti ho perso
E all’improvviso sento che il cuore mio si è spento mi chiedo come hai fatto ad inventarti tutti All’improvviso piangerò, finché sei qui non lo farò non sarò il tuo tormento mi tengo ciò che sento
In un giorno qualunque credevo mi amassi io cammino da sola tu ritorni sui tuoi passi Dentro un giorno qualunque dentro un giorno importante la tua parte migliore l’hai perduta per sempre
E all’improvviso sento che il cuore mio si è spento mi chiedo come hai fatto ad inventarti tutto All’improvviso piangerò, finché sei qui non lo farò non sarò il tuo tormento mi tengo ciò che sento
Cambiando convinzioni ritorno alle abitudini di ieri, di sempre, per sempre Cambiando convinzioni ritorno alle abitudini di ieri, di sempre, per sempre
E all’improvviso sento che il cuore mio si è spento mi chiedo come hai fatto ad inventarti tutto All’improvviso piangerò, finché sei qui non lo farò non sarò il tuo tormento mi tengo ciò che sento
In un giorno qualunque a Milano io e te il rumore della pioggia ci faceva stringere
E' morta nel 2008 a Castel Volturno
La grande cantante sudafricana e' morta nella
notte fra il 9 e il 10 novembre 2008 per un
attacco cardiaco a Castel Volturno.
Poche ore prima aveva partecipato con Roberto
Saviano a un concerto contro la camorra, che
pochi mesi prima aveva ucciso sei immigrati africani.
La cantante attivista per i diritti civili.
Makeba nasce a Johannesburg il 4 marzo 1932. Nel 1960, il governo sudafricano cancellato il suo passaporto per impedirle di tornare alla sua casa dai suoi viaggi all’estero. Tornò dopo la liberazione di Nelson Mandela nel 1990.
Inizialmente ha cantato jazz, ma in seguito divenne un esponente di quello che divenne noto come “world music”. Si è esibita con artisti come Harry Belafonte, Paul Simon e Hugh Masekela, il suo primo marito. Tra gli altri mariti Stokely Carmichael, uno dei leader del movimento americano delle Pantere Nere.
Nel 1962, si è esibita alla festa di compleanno del presidente John F. Kennedy.
Makeba morì in Italia nel 2008 durante una performance di Roberto Saviano, l’autore di Sodoma e Gomorra, che vive in clandestinità dopo aver scritto in merito alle attività della mafia napoletana, la Camorra.
Eppur mi son scordato di te
come ho fatto non so.
Una ragione vera non c’è lei era bella però.
Un tuffo dove l’acqua è più blu niente di più.
Ma che disperazione nasce da una distrazione era un gioco non era un fuoco.
Non piangere salame dai capelli verde rame
è solo un gioco e non un fuoco
lo sai che t’amo io ti amo veramente.
Eppur mi son scordato di te non le ho detto di no
ti ho fatto pianger tanto perchè
io sono un bruto lo so.
Un tuffo dove l’acqua è più blu niente di più
ma che disperazione…ecc
(solo voce)
Che disperazione nasce da una distrazione
nasce da una distrazione
che disperazione nasce da una distrazione
nasce da una distrazione
che disperazione nasce da una distrazione
nasce da una distrazione
che disperazione.
Penso che un sogno così non ritorni mai più, mi dipingevo le mani e la faccia di blu, poi d’improvviso venivo dal vento rapito, e incominciavo a volare nel cielo infinito. Volare oh oh cantare oh oh oh, nel blu dipinto di blu, felice di stare lassù, e volavo volavo felice più in alto del sole ed ancora più sù, mentre il mondo pian piano spariva laggiù, una musica dolce suonava soltanto per me. Volare oh oh cantare oh oh oh nel blu dipinto di blu felice di stare lassù. Ma tutti i sogni nell’alba svaniscon perchè, quando tramonta la luna li porta con se, ma io continuo a sognare negl’occhi tuoi belli, che sono blu come un cielo trapunto di stelle. Volare oh oh cantare oh oh oh, nel blu degl’occhi tuoi blu, felice di stare qua giù, e continuo a volare felice più in alto del sole ed ancora più su, mentre il mondo pian piano scompare negl’occhi tuoi blu, la tua voce è una musica dolce che suona per me. Volare oh oh cantare oh oh oh nel blu degl’occhi tuoi blu, felice di stare qua giù, nel blu degl’occhi tuoi blu, felice di stare qua giù
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Cos’ho?
Ho dei tagli sul viso
Si, ma io cos’ho?
che se sanguino rido
mi sciolgo un pò
tanto non sento niente
Io cos’ho?
sembra aver già deciso
ma proprio non so
mescolarmi al sorriso
di chi più non ho
tanto non sento niente
Parlo con te
sempre
anche se tu sei assente
quelli non dicono niente
solo un silenzio assordante
muoio con te sempre
vivo di te tra la gente
quelli che parlano, parlano, parlano ancora
E non resta più niente
proprio niente
del cielo che abbiamo perso
rubandoci i pezzi più neri
più neri del nero
e ora più niente
c’è una stella cadente
ma era l’ultima già
e schiantandosi precipita sulla mia pelle
lasciando un pozzo infinito
dove tutto è finito
per sempre finito
nel fondo più fondo
della libertà
Che farò
se questi tagli sul viso
ancora io ce li ho
e di rosso vestita
negli occhi sarò
e ancora tu niente
Io non ho, non ho, non ho…
l’ obbedienza di chi è sparito
già da un pò
se dipingi un paradiso
io lo distruggerò
così tanto per niente
Parto da te sempre
per tornare a essere niente
finisco a te sempre
analizzando la gente
e non ha più senso quel niente
quel che rimane ancora niente
e quelli che parlano, parlano e ancora
e poi parlano
E non resta più niente
proprio niente
del senso che abbiamo perso
nei gesti di un altro
che non fa più testo
e intanto ci uccide
e non lascia resto
E non resta più niente
nient’altro che niente
e il tetto lo abbiamo perso
e ormai piove a dirotto
su mobili e teste
allagando speranze
che affogano lente
nuotando nel niente
nuotando nel niente
io nuoto nel niente
tu nuoti nel niente
della libertà.
Andare via lontano a cercare un altro mondo dire addio al cortile, andarsene sognando.
E poi mille strade grigie come il fumo in un mondo di luci sentirsi nessuno. Saltare cent’anni in un giorno solo, dai carri dei campi agli aerei nel cielo. E non capirci niente e aver voglia di tornare da te.
Ciao amore, ciao amore, ciao amore ciao. Ciao amore, ciao amore, ciao amore ciao. Non saper fare niente in un mondo che sa tutto e non avere un soldo nemmeno per tornare.
“L’influenza fa
cambiare le mie fantasie
le modifica e poi le rimodella
non sono stato mai
capace di decidere
cosa meglio sia
e cosa definire male
mi servirebbe sapere
se l’altra notte
quando hai detto che sei stata tanto bene
eri sincera
oppure hai avuto una parentesi
di un’ora pure scarsa
e non mi va di privarmi
della calma
e farmi male
e farmi male
e farmi male
tanto male
e farmi male
e farmi male
e farmi male
tanto male
mi servirebbe sapere
la strategia
per aggirare tutte quante le barriere
e la strada giusta per giustificare
il male e allievare il dispiacere
mi servirebbe saperlo quanto prima.
e farmi male
e farmi male
e farmi male
tanto male
tanto male
e farmi male.”
Ma tu chi sei?
Tu che questa notte tornerai
E sulla mia bocca giurerai
Voglio restare con te.
Ma tu chi sei?
Tu che al primo sole svanirai
E tra un mese telefonerai
Di nuovo pazzo di me.
Ti ho visto ridere
Di fronte alle disgrazie della gente
Ti ho visto piangere
Durante la cattura di un serpente.
Ma tu chi sei?
Tu probabilmente non lo sai,
Come non sappiamo pure noi
Di essere tutti mezzi matti:
Un poco Dr. Jekyll,
A little Mr. Hide.
Ti ho visto ridere
Davanti a un auto dopo un incidente
Ti ho vista piangere
Precipitevolissimevolmente.
Ma tu chi sei?
Verosimilmente non lo sai
E la stessa sorte tocca a noi
Che siamo tutti mezzi matti:
Un poco Dr. Jekyll,
A little Mr. Hide.
Ti ho visto ridere
Di fronte alle disgrazie della gente
Ti ho vista piangere
Durante la cattura di un serpente.
Ma tu chi sei?
Tu probabilmente non lo sai,
Come non sappiamo pure noi
Di essere tutti mezzi matti:
Un poco Dr. Jekyll,
Un poco Mr. Hide
A little Dr. Jekyll,
A little Mr. Hide.
Un poco Dr. Jekyll,
Un poco Mr. Hide.
Non siete Stato voi che parlate di libertà
come si parla di una notte brava dentro
i lupanari.
Non siete Stato voi che
trascinate la nazione dentro il buio
ma vi divertite a fare i luminari.
Non
siete Stato voi che siete uomini di
polso forse perché circondati da una
manica di idioti.
Non siete Stato voi
che sventolate il tricolore come in
curva e tanto basta per sentirvi patrioti.
Non
siete Stato voi né il vostro parlamento
di idolatri pronti a tutto per ricevere
un’udienza.
Non siete Stato voi che
comprate voti con la propaganda ma
non ne pagate mai la conseguenza.
Non
siete Stato voi che stringete tra le
dita il rosario dei sondaggi sperando
che vi rinfranchi.
Non siete Stato
voi che risolvete il dramma dei disoccupati
andando nei salotti a fare i saltimbanchi.
Non
siete Stato voi. Non siete Stato, voi.
Non
siete Stato voi, uomini boia con la
divisa che ammazzate di percosse i
detenuti.
Non siete Stato voi con gli
anfibi sulle facce disarmate prese
a calci come sacchi di rifiuti.
Non
siete Stato voi che mandate i vostri
figli al fronte come una carogna da
una iena che la spolpa.
Non siete Stato
voi che rimboccate le bandiere sulle
bare per addormentare ogni senso di
colpa.
Non siete Stato voi maledetti
forcaioli impreparati, sempre in cerca
di un nemico per la lotta.
Non siete
Stato voi che brucereste come streghe
gli immigrati salvo venerare quello
nella grotta.
Non siete Stato voi col
busto del duce sugli scrittoi e la
costituzione sotto i piedi.
Non siete
Stato voi che meritereste d’essere
estripati come la malerba dalle vostre
sedi.
Non siete Stato voi. Non siete
Stato, voi.
Non siete Stato voi che
brindate con il sangue di chi tenta
di far luce sulle vostre vite oscure.
Non
siete Stato voi che vorreste dare voce
a quotidiani di partito muti come sepolture.
Non
siete Stato voi che fate leggi su misura
come un paio di mutande a seconda dei
genitali.
Non siete Stato voi che trattate
chi vi critica come un randagio a cui
tagliare le corde vocali.
Non siete
Stato voi, servi, che avete noleggiato
costumi da sovrani con soldi immeritati,
siete
voi confratelli di una loggia che poggia
sul valore dei privilegiati
come voi
che i mafiosi li chiamate eroi e che
il corrotto lo chiamate pio
e ciascuno
di voi, implicato in ogni sorta di
reato fissa il magistrato e poi giura
su Dio:
“Non sono stato io”.
Appalti truccati, trapianti truccati, motorini truccati che scippano donne truccate; il visagista delle dive e’ truccatissimo.
Papaveri e papi, la donna cannolo, una lacrima sul visto:
Italia si’ Italia no Italia bum, la strage impunita.
Puoi dir di si’ puoi dir di no, ma questa e’ la vita.
Prepariamoci un caffe’ , non rechiamoci al caffe’ : c’e’ un commando che ci aspetta per assassinarci un po’.
Commando si’ commando no, commando omicida.
Commando pam commando papapapapam, ma se c’e’ la partita
il commando non ci sta e allo stadio se ne va,
sventolando il bandierone non piu’ sangue scorrera’ ;
infetto si’ ? Infetto no? Quintali di plasma.
Primario si’ primario dai , primario fantasma ,
io fantasma non saro’ e al tuo plasma dico no.
Se dimentichi le pinze fischiettando ti diro’
“fi fi fi fi fi fi fi fi ti devo una pinza,
fi fi fi fi fi fi fi fi, ce l ‘ ho nella panza”.
Viva il crogiuolo di pinze. Viva il crogiuolo di panze.
Quanti problemi irrisolti ma un cuore grande cosi’.
Italia si’ Italia no Italia gnamme, se famo du spaghi.
Italia sob Italia prot, la terra dei cachi.
Una pizza in compagnia, una pizza da solo;
un totale di due pizze e l’Italia e’ questa qua.
Fufafifi’ fufafifi’ Italia evviva. Italia perfetta, perepepe’ nanananai. Una pizza in compagnia, una pizza da solo: in totale molto pizzo, ma l ‘ Italia non ci sta. Italia si’ Italia no, Italia si’
ue’ , Italia no ,ue’ ue’ ue’ ue’ ue’.
Perche’ la terra dei cachi e’ la terra dei cachi. No.
Respirando la polvere dell’auto che ti porta via,
mi domando
perché più ti allontani e più mi sento mia.
Respirando
il primo dei ricordi che veloce appare
sto fumando
mentre entri nel cervello e mi raggiungi il cuore.
Proprio in fondo al cuore,
senza pudore
per cancellare
anche il più antico amore.
Respirandoti,
io corro sulla strada senza più frenare,
respirandoti,
sorpasso sulla destra e vedo un gran bagliore
Lontano una sirena e poi nessun rumore.
Lasciarti è fra i dolori quel che fa più male.
Fra tanta gente nera una cosa bella tu al funerale.
Respirando
pensieri un po’ nascosti mentre prendi il sole
ti stai accorgendo
“che un uomo vale un altro” sempre no non vale.
Respirando più forte
ti avvicini al mare.
Stai piangendo.
Ti entro nel cervello e ti raggiungo il cuore.
Proprio in fondo al cuore
senza pudore
per cancellare
anche il più nuovo amore.
Respirandomi
ti vesti e sorridendo corri e poi sei fuori
Respirandomi
tu metti in moto l’auto e accarezzi i fiori.
Lontano una sirena e poi nessun rumore. Dolore e una gran gioia che addolcisce il male.
Fra tanta gente nera una cosa bella tu a me uguale.
Respirandoci ,
guardiamo le campagne che addormenta il sole.
Respirandoci,
le fresche valli, i boschi e le nascoste viole.
le isole lontane, macchie verdi e il mare,
i canti delle genti nuove all’imbrunire.
Si intitola ”L’uomo piu’ semplice” e’ gia’ dal titolo si intuisce l’ironia che da sempre contraddistingue Vasco Rossi.
Il nuovo brano, prodotto da Vasco, sara’ in tutte le radio da domattina contemporaneamente e disponibile in versione digitale.
Cerco l’estate tutto l’anno
e all’improvviso eccola qua.
Lei è partita per le spiagge
e sono solo quassù in città,
sento fischiare sopra i tetti
un aeroplano che se ne va.
Azzurro,
il pomeriggio è troppo azzurro
e lungo per me.
Mi accorgo
di non avere più risorse,
senza di te,
e allora
io quasi quasi prendo il treno
e vengo, vengo da te,
ma il treno dei desideri
nei miei pensieri all’incontrario va.
Sembra quand’ero all’oratorio,
con tanto sole, tanti anni fa.
Quelle domeniche da solo
in un cortile, a passeggiar…
ora mi annoio più di allora,
neanche un prete per chiacchierar…
Azzurro,
il pomeriggio è troppo azzurro
e lungo per me.
Mi accorgo
di non avere più risorse,
senza di te,
e allora
io quasi quasi prendo il treno
e vengo, vengo da te,
ma il treno dei desideri
nei miei pensieri all’incontrario va.
Cerco un po’ d’Africa in giardino,
tra l’oleandro e il baobab,
come facevo da bambino,
ma qui c’è gente, non si può più,
stanno innaffiando le tue rose,
non c’è il leone, chissà dov’è…
Azzurro,
il pomeriggio è troppo azzurro
e lungo per me.
Mi accorgo
di non avere più risorse,
senza di te,
e allora
io quasi quasi prendo il treno
e vengo, vengo da te,
ma il treno dei desideri
nei miei pensieri all’incontrario va.
Luciano Pavarotti
nato a Modena il 12 ottobre 1935
morto a Modena il 6 settembre 2007
Il grande tenore italiano mai dimenticato
English: The statue of Luciano Pavarotti in Eilat IMAX.
Italiano: la statua di Luciano Pavarotti in Eilat IMAX.
12 ottobre 2012 @ 07:16
Un amore così grande
Sento sul viso il tuo respiro, cara come sei tu dolce sempre di piu’ per quello che mi dai io ti ringrazierei ma poi non so parlare.
E’ piu’ vicino il tuo profumo, stringiti forte a me non chiederti perche’, la sera scende gia’ la notte impazziro’ In fondo agli occhi tuoi bruciano i miei.
Un amore cosi’ grande un amore cosi’ tanto caldo dentro e fuori intorno a noi un silenzio breve e poi la bocca tua si accende un’ altra volta.
Un amore cosi’ grande un amore cosi’ tanto caldo dentro e fuori intorno a noi un silenzio breve e poi in fondo agli occhi tuoi bruciano i miei.
La sera scende gia’ la notte impazziro’ in fondo agli occhi tuoi bruciano i miei.
Un amore cosi’ grande un amore cosi’ tanto caldo dentro e fuori intorno a noi un silenzio breve e poi la bocca tua si accende si accende un’altra volta.
E poi la bocca tua si accende si accende un’altra volta per me.
Dico sempre che non cerco amore che preferisco badare a me: ma questa non è la verità, vieni a vedere perché…
Mi vedono sempre ridere ma questa non è la realtà: piango ogni notte, sempre per lei, vieni a vedere perché…
Dico sempre che odio l’amore che non mi serve a niente però prego perché, il Signore lo sa, che prima o poi lo troverò!
Voglio che tutto intorno ci sia solo la vita per me Voglio te, notte e giorno, devo convincerti che…
Capirai che il cielo è bello perché in fondo fa da tetto a un mondo pieno di paure e lacrime E piangerai, oh altroché! Ma dopo un po’ la vita ti sembrerà più facile, e così fragile, ricomincerai!
C’è chi rinuncia all’amore solo perché non ne ha avuto mai eccomi qua dammelo e poi ora capisci perché dico sempre che odio l’amore che non mi serve a niente però prego perché, il Signore lo sa, che prima o poi lo troverò!
Voglio che, tutto intorno, ci sia solo la vita per me! Voglio te, fino in fondo, devo convincerti che…
Capirai che il cielo è bello perché in fondo fa da tetto a un mondo pieno di paure e lacrime… Oh, e piangerai, oh, altroché! Ma dopo un po’ la vita ti sembrerà più facile, e così fragile tornerai a vivere!
Dico sempre che non cerco amore, che preferisco badare a me: ma questa non è la verità, vieni a vedere perché…
Tu mi fai girar
tu mi fai girar
come fossi una bambola
poi mi butti giù
poi mi butti giù
come fossi una bambola
Non ti accorgi quando piango
quando sono triste e stanca tu
pensi solo per te
No ragazzo no
No ragazzo no
del mio amore non ridere
non ci gioco più
quando giochi tu
sai far male da piangere
Da stasera la mia vita
nelle mani di un ragazzo no,
non la lascerò più
No ragazzo no
tu non mi metterai
tra le dieci bambole
che non ti piacciono più
oh no, oh no
Tu mi fai girar,
tu mi fai girar…
poi mi butti giù,
poi mi butti giù…
Una sera di festa a Maggio
tu e l’amico mio che cercava parole sui discorsi della gente
eri bella da fare male
da restare stordito quella volta, quel primo giorno
che ti ho vista per caso
Amore
ti ho chiamato il giorno dopo in casa
e ti ho detto Scusa, non volevo disturbarti
ma ieri non hai sorriso
non hai detto una parola
e io voglio sentire la tua voce e sentire il tuo respiro
Ciao, che fai tu da queste parti
qui al portone mio
se aspettavi qualcuno non significa che sia io
E’ una bella serata questa, di primavera
e ti senti sicuro di non perdere mai
Amore
ti ho trovato un giorno sotto casa
e mi hai detto Senti, io non penso ormai che a te
dimmi solo se hai voglia di un momento insieme a me
o io posso sparire adesso
una foglia che alza il vento
Lo stupore della notte
spalancata sul mar
ci sorprese che eravamo sconosciuti
io e te.
Poi nel buio le tue mani
d’improvviso sulle mie,
è cresciuto troppo in fretta
questo nostro amor.
Se telefonando
io potessi dirti addio
ti chiamerei.
Se io rivedendoti
fossi certa che non soffri
ti rivedrei.
Se guardandoti negli occhi
sapessi dirti basta
ti guarderei.
Ma non so spiegarti
che il nostro amore appena nato
è già finito.
Se telefonando
io volessi dirti addio
ti chiamerei.
Se io rivedendoti
fossi certa che non soffri
ti rivedrei.
Se guardandoti negli occhi
sapessi dirti basta
ti guarderei.
Ma non so spiegarti
che il nostro amore appena nato
è già finito
Il testo è stato scritto da Maurizio Costanzo e Ghigo De Chiara , arrangiamento del maestro Ennio Morricone
anno 1962.
Pelle su pelle
Non guardare respiro adagio pelle sulla tua pelle anche se è tardi
l’aria respiro pelle sulla tua pelle la voce la tua amica
non guardare troppe notti troppi giorni insonni
da colmare dai tuoi silenzi
l’aria respiro pelle sulla tua pelle anche se tardi sono sempre tua
donna per te
Può darsi ch’io non sappia cosa dico, scegliendo te – una donna – per amico, ma il mio mestiere è vivere la vita che sia di tutti i giorni o sconosciuta; ti amo, forte, debole compagna che qualche volta impara e a volte insegna. L’eccitazione è il sintomo d’amore al quale non sappiamo rinunciare. Le conseguenze spesso fan soffrire, a turno ci dobbiamo consolare e tu amica cara mi consoli perché ci ritroviamo sempre soli. Ti sei innamorata di chi? Troppo docile, non fa per te. Lo so divento antipatico ma è sempre meglio che ipocrita. D’accordo, fa come vuoi I miei consigli mai. Mi arrendo fa come vuoi ci ritroviamo come al solito poi Ma che disastro, io mi maledico ho scelto te – una donna – per amico, ma il mio mestiere è vivere la vita che sia di tutti i giorni o sconosciuta; ti odio forte, debole compagna che poche volte impara e troppo insegna. Non c’è una gomma ancor che non si buchi. Il mastice sei tu, mia vecchia amica. La pezza sono io, ma che vergogna. Che importa, tocca a te, avanti, sogna. Ti amo, forte, debole compagna che qualche volta impara e a volte insegna. Mi sono innamorato? Sì, un po’. Rincoglionito? Non dico no. Per te son tutte un po’ squallide. La gelosia non è lecita. Quello che voglio lo sai, non mi fermerai Che menagramo che sei, eventualmente puoi sempre ridere poi Ma che disastro, io mi maledico ho scelto te – una donna – per amico, ma il mio mestiere è vivere la vita che sia di tutti i giorni o sconosciuta; ti amo forte, debole compagna che qualche volta impara e qualche insegna.
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